Groucho, oltre a essere il miglior amico di Dylan, è ufficialmente il suo assistente, ma non ha un gran che dafare e, se potesse, farebbe anche meno. Praticamente, il suo unico compito è di lanciare al suo capo, quando è il momento, la vecchia pistola che lui tiene in consegna, ma perfino in questo spesso sbaglia: dimentica di caricarla, oppure non riesce più a trovarla ("Forse l'ho mandata in lavanderia"), o magari la tira troppo forte e centra Dylan in piena faccia.
Di età indefinibile, ex attore (ma, per quanto ne sappiamo, ha forse partecipato a un unico film, in cui impersonava Groucho Marx, del quale ha conservato la "maschera"), Groucho non prende mai niente sul serio, interviene a sproposito, fa irritare e a volte mette in fuga i probabili clienti, "spaventati" più dalle sue folli freddure che dai mostri o dagli spettri, e corteggia ogni bella ragazza che gli capita a tiro, anche se gli va quasi sempre male, a differenza di Dylan ("Ma cosa gli fai tu alle donne per farle cadere tutte ai tuoi piedi? Lo sgambetto?"). Groucho è una specie di "concentrato" di vari tipi di umorismo, da quello dei fratelli Marx, appunto, a quello di Woody Allen, passando per i film di John Landis ("Animal House", "The Blues Brothers") e quelli di Abrahams e Zucker ("Airplane", "Top Secret!"), senza dimenticare la grande tradizione della commedia americana che ha avuto in Neil Simon uno dei suoi più grandi sceneggiatori. Apparentemente "inutile" ai fini della trama (anche se, a volte, è proprio lui a trovare, magari per sbaglio, il bandolo della matassa), Groucho è, in realtà, una presenza importantissima. Già l'ironia di Dylan attenua molto le atmosfere paurose e le scene più cruente, ma è Groucho a bilanciare perfettamente l'orrore con la sua comicità demenziale, fatta di barzellette, battute a raffica, commenti strampalati.
("Tutto questo è più assurdo di un ciclope strabico!") e, a volte, un pizzico di spiritosa saggezza ("Chissà che cosa succederà?... Mi interessa molto il futuro: è lì che passerò il resto della mia vita").L'ispettore Bloch, di Scotland Yard, è stato il "maestro" di Dylan ai tempi in cui questi era un poliziotto novellino, gli si è affezionato e l'ha un po' "adottato" come figlioccio. La sua è, dunque, un'amicizia paterna, anche se mascherata dall'aria burbera e apparentemente indifferente a tutto, tranne che all'agognata pensione. Ha sofferto per la scelta di Dylan di abbandonare la polizia , così come disapprova la sua cosiddetta
professione di "Indagatore dell'Incubo", contraria al suo spirito logico e razionale, ma questo non vuol dire che non gli sia rimasto amico. Anzi, pur non credendo affatto nell'occulto, cerca sempre di aiutare il suo vecchio pupillo in tutti i modi. Anche a rischio di perdere, appunto, la famosa pensione, dato che i suoi superiori, e in particolare il sovrintendente, sono
nettamente ostili a Dylan (ritengono che abbia disonorato Scotland Yard mettendosi a fare, come dicono i giornali, il "ciarlatano"). D'altra parte, Dylan non manca di ricambiare l'amico e "papà", intervenendo quando Bloch si trova di fronte a casi inesplicabili, che sfidano la sua fede nel raziocinio.
professione di "Indagatore dell'Incubo", contraria al suo spirito logico e razionale, ma questo non vuol dire che non gli sia rimasto amico. Anzi, pur non credendo affatto nell'occulto, cerca sempre di aiutare il suo vecchio pupillo in tutti i modi. Anche a rischio di perdere, appunto, la famosa pensione, dato che i suoi superiori, e in particolare il sovrintendente, sono
nettamente ostili a Dylan (ritengono che abbia disonorato Scotland Yard mettendosi a fare, come dicono i giornali, il "ciarlatano"). D'altra parte, Dylan non manca di ricambiare l'amico e "papà", intervenendo quando Bloch si trova di fronte a casi inesplicabili, che sfidano la sua fede nel raziocinio.
E molto spesso capita che ognuno trovi la propria soluzione del mistero: realistica quella di Bloch, soprannaturale quella di Dylan. Chi ha ragione? Forse tutti e due...
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